Alla vista del tuo incanto
godono gli occhi dei colori,
si innalza a Dio la lode del santo,
si ricolmano i bimbi di stupori.

Vittima di un’avida economia,
pur senza valore sul mercato,
rimani sorgente di energia:
doni vita a ciò che è creato.

Madre del debole come del potente,
madre del ricco come del povero,
ti dà voce solo un coro adolescente.
Chi ode il tuo urlo di rimprovero?

In origine fonte di limpidezza,
sei percossa e martoriata.
Che n’è ora della tua purezza
giacché di veleni sei stata annaffiata?

S’alza la morte per tua punizione?
O nella foresta versi lacrime amare
Per aver perso forza di protezione?
Oh natura malata ti potremo ancora salvare?

 

Scritta da: Francesca Dina Tramontana