Senza che me ne accorgessi il tempo è volato. Proprio lo stesso tempo che mi sembrava non passare mai: avevo il cuore in stand-by e la mente impegnata altrove, pur di non pensarci. Ritrovarsi con sé stessi è sempre un po’ complicato, specialmente dopo aver dedicato anima e corpo ad un’altra persona per anni. Mi sto prendendo cura di me, ho addirittura cominciato a fare sport, io che avevo come mantra di vita “divano e Netflix” (chi l’avrebbe mai detto, eh?!).

“Prima o poi dovrà cambiare qualcosa” “Arriverà mai il giorno in cui riuscirò a buttarmi tutto alle spalle?” – questi erano i miei pensieri più frequenti.

I giorni passavano tutti allo stesso modo, mi rifugiavo nello studio, sin da bambina era un modo per sfuggire alla realtà. Nonostante ciò la mia consapevolezza di meritare di meglio aumentava, insieme alla mia autostima (che credevo fosse ormai perduta in un universo parallelo). Sapevo, in cuor mio, che sarebbe successo qualcosa, doveva succedere qualcosa.

Giornata come le altre, solita routine.

Una notifica sul cellulare.

Sarà la solita battuta del mio amico! – penso subito. Infatti era una battuta, per nulla idiota, anzi simpatica, ma di qualcuno che non conoscevo, se non tramite qualche post in un social molto conosciuto. Risposi senza pensarci più di tanto. Da lì un discorso tira l’altro: Cosa fai nella vita? Che serie tv guardi?

Scrive molto bene, adoro chi sa usare la punteggiatura! – fu questa la mia prima impressione su di lui.

Mi faceva ridere con il suo atteggiamento spontaneo, una cosa che non mi capitava da un bel po’, non ero più abituata. Parlavamo da così poco tempo, ma già sentivo un’affinità tra di noi.

In pochi giorni, con un pretesto molto simpatico, mi chiede di prendere un caffè insieme. Accetto – evidentemente l’ho incuriosito!

Due giorni dopo finalmente ci incontriamo per la prima volta.

Vedere dal vivo una persona è decisamente diverso: un messaggio lo puoi riscrivere mille volte prima di inviarlo, in quel caso, invece, non puoi ponderare un’espressione, uno sguardo, una risata. Sei te stessa, con i tuoi pregi e con i tuoi difetti.

Passato l’imbarazzo del momento (rompere il ghiaccio non lo ricordavo così complicato!), devo dire che è stata una conversazione piacevole, parlando del più e del meno il tempo è passato in fretta. Cosa mi ha colpito di più? I suoi occhi. Mentre parlava mi sentivo ipnotizzata dal suo sguardo, era come se i suoi occhi chiari riuscissero a scrutarmi nel profondo.

Anche dopo esserci salutati, non riuscivo a pensare ad altro.

Per i due giorni successivi non ho fatto altro che rimuginare su quanto accaduto.

Gli avrò fatto una buona impressione di presenza? Avrò detto qualcosa che lo ha colpito? Oppure l’ho spaventato parlando del mio passato? Lo cerco io o aspetto che mi cerchi lui? Dannazione, sono proprio imbranata, specialmente con chi dimostra un minimo interesse verso di me!

Confido le mie paranoie al mio più caro amico, preoccupata di aver fatto qualche gaffe imbarazzante. Molto tranquillamente mi dice: “Non preoccuparti, magari vuole lasciarti i tuoi spazi. Il fatto che non sia morboso nei tuoi confronti è ottimo, segno di una persona che sa aspettare.”

Ed è proprio questo che vorrei: qualcuno che mi sappia aspettare.

 

Inutile dire che i suoi consigli sanno sempre confortarmi.

E adesso? Ci rivedremo?

Io spero di sì, davvero

Scritto da: G.L.