Un anno è passato esattamente dalla prima volta che l’ho vista, ero appena tornato da un viaggio a Milano, e ogni istante degli ultimi tre giorni della mia vacanza desideravo essere lì con lei.

E questo è uno dei più bei ricordi che tengo dentro di me, in mezzo a tanti altri.

Certe volte mi piace pensare alla mia mente come un grande palazzo ed a ogni ricordo bello o brutto che sia faccio coincidere una stanza di questo palazzo immaginario, le stanze sono decorate secondo il gusto che io voglio dargli, quindi avranno un colore preciso, arredate in un certo modo, così come  che la mente mi suggerisce che siano in quel momento.

L’impressione che ho, quando penso a quella stanza, andrà ad arredarla in un certo modo.

Ad esempio i ricordi legati a quando ho visto per la prima volta quella ragazza, hanno creato una stanza nel mio palazzo delle memoria, che si può raggiungere attraverso due scale di marmo, come il freddo che faceva quella sera, ma la cosa bella è che le due scale portano sempre alla stessa porta.

Questo sapete perché?  Perché tanto è stato forte il desiderio di vederla quella sera, che qualunque strada prendessi mi portava comunque da lei, sapete quante persone mi hanno detto < ma sei tornato adesso! Non puoi vederla domani la tua amica? > a questa domanda seguiva un perentorio < NO!>

Quindi ecco perché addirittura due rampe di scale per giungere alla stanza dei ricordi legati a lei.

Quelle due scale rappresentano la mia ostinazione, di vederla in quel preciso momento, quella notte stessa.

Gli interni della camera appartenenti al ricordo dell’incontro con questa ragazza, li immagino sempre simili al castello della Bestia, sapevo che quel cartone le piaceva tanto, quindi la  sala che  ho dedicato a lei, ha  le pareti altissime, il letto a baldacchino, e l’enorme armadio bianco, che però questa volta non parla.

Tutti quelli che hanno visto la bella e la bestia sanno di cosa sto parlando.

Le pareti assomigliano allo stesso tessuto di un jeans, compreso il colore, mi è rimasto impresso questo particolare del jeans, perché quella notte, lei ne  indossava uno , e così da quei jeans che la ragazza indossava quella sera, ne ho fatto carta da parati per la sua stanza, dentro la mia testa.

E io sapete quando vado a trovarla in quella stanza, legata ad un ricordo tanto felice? Quando vengono a trovarmi ricordi di cui ho paura, ricordi che mi bloccano che mi generano ansia, il cui obbiettivo e di bloccarmi e portarmi in altre sale del palazzo, buie e con degli enormi buchi nei pavimenti, quelle sono sale che non visito spesso ma che come in ogni palazzo esistono.

Avete  presente l’ala ovest nel castello della bestia? Ecco ognuno di noi ne ha una, una parte della nostra mente che non ci teniamo proprio a visitare eppure esiste.

Ma Io vengo a trovare la fanciulla nella sala che ho costruito per lei,  tutte le volte che arrivano certi pensieri come < resterai tutta la vita solo, la tua paura diventerà realtà perché nessuno verrà a salvarti!>   < lo sai che colei a cui tenevi tanto non ti ha mai amato? Che non tornerà mai e poi mai? Che probabilmente ti ha tradito? Sai che lei non si ricorda nemmeno come ti chiami? > < ricordi il tuo più brutto ricordo da bambino?>

Di questi pensieri ognuno di noi ne ha, e sono rinchiusi in quelle stanze buie che vi dicevo tempo fa, ogni tanto le porte di spalancano, come aperte da un forte vento di tempesta, ed ecco che questi brutti ricordi vengono a noi, e ci troviamo dentro queste sale buie della nostra mente prima che possiamo accorgerci di cosa sta accadendo dentro di noi.

Ecco ogni volta che nel mio palazzo della memoria arrivano tutti questi ricordi, io vado in una stanza in particolare, a ricordarmi che le cose sono andate in maniera molto diversa, ricordarmi della felicità passata è sempre un’ottima cosa.

 

A ricordarmi soprattutto a te dolce fanciulla, che il dolore non è eterno, e posso venire a trovare ricordi felici, nella stanza che ho fabbricato per te.

 

Un ringraziamento a G. grazie a lei ho capito che l’amore non finisce mai dove pensiamo di averlo lasciato.